L’osteopatia, il canto e nuovi habitat

In ambito canoro molto si può fare per cercare di oggettivare ciò che il cantante percepisce come miglioramento di una condizione fisica. Per questo è utile il lavoro in sala di registrazione, dove le condizioni di ascolto possono essere gestite secondo le necessità. E’ possibile utilizzare ambienti anecoici o, al contrario, fonoriflettenti, in cui far cantare il soggetto registrandone la traccia audio.
In questo modo il suono potrà essere valutato in modalità più oggettive ed eventualmente misurato prima e dopo il trattamento attraverso software apposito.
E’ ovvio che ci si trova in condizioni “di confine”, non prettamente mediche e nemmeno dedicate alla modifica della tecnica vocale, di competenza dell’insegnante e dello stesso artista.
Tuttavia il fatto di trovarsi con l’artista in situazioni del genere può essere interessante e porta spesso spunti inattesi e nuove possibilità di lavoro, sia nella pratica artistica, che nell’approccio posturale ed osteopatico.
Le foto sono un esempio di come si possa, in casi fortunati, interagire con le professionalità specifiche (artista, fonico, insegnante) per meglio comprendere le modificazioni corporee ed i relativi cambiamenti nei suoni emessi non tanto per un’elaborazione di un protocollo rigido di trattamento ma per un prezioso scambio esperienziale nei diversi ambiti e competenze.
Grazie per la disponibilità Manuela Custer, Angela Nisi, Marcello Succo and Blue Room

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